mercoledì 31 ottobre 2007

Prologo

Nell'ipotesi remota che vi sia qualche lettore, là fuori, chiarisco subito che di "confessioni" non si tratterà nel senso penitenziale del termine, e che non v'è nulla da confessare, qui, affatto. Un po' come diceva Casanova scrivendo l'Histoire de ma vie, e prendendosela rumorosamente con Rousseau, il quale sì, aveva scritto delle signore Confessioni. Lui, il vecchio baro libertino veneziano, sosteneva invece di non aver di che farsi perdonare, e voler solo divertire i lettori. Semmai, più che confessare, qui sarà il caso di "vuotare il sacco", il gran sacco delle storie che ognuno si porta in spalla, anche se non lo sa. Di raccontare, insomma.
Il nome di questo diario in pubblico deriva dunque non da una esigenza morale, da un maldigerito bolo alimentare di quella mamma (matrigna) chiesa cattolica che tutti noi italici ammorba fin da piccolissimi, e disintossicarsene è una lotta che non ti dico, ma da una vecchia sublime canzone di Ivano Fossati, il cui testo qui sotto ho deciso di riportare almeno in parte. Vi si immaginava una piccola rivolta di Don Chisciotte alla volontà del suo autore, Miguel de Cervantes, che sul finale del grande libro a lui dedicato sceglie di farlo rinsavire, dopo una vita di traveggole e onesta militanza entro una "pazzia d'argento". Alonso Chisciano non vuole affatto ritornare quel che era prima che i romanzi cavallereschi lo rapissero, e chiede piuttosto di continuare ad aggirarsi nel proprio deserto, dove, per l'appunto, "è tutto un altro carnevale".
Se il mio blog non sarà luogo, o almeno non vorrei che lo fosse, ora mentre m'accingo a inaugurarlo, di sterili confessioni, non sarà nemmeno il luogo, meglio chiarirlo, di una adolescenziale apologia del rincitrullimento. Dopo aver visto le foto del vecchio Nietzsche completamente pazzo nel suo giardino, a invecchiare come una pianta mentre i suoi ignobili parenti lo mostravano ai curiosi come una reliquia casualmente ancora respirante, rimane impossibile credere che ci sia alcuna nobiltà nella follia. Anzi. In un'epoca di rimontante irrazionalismo quale la presente, c'è bisogno di Lumi, altro che.
Dunque, di che si parla/parlerà?
Spero di molte cose, senza limiti di nessun genere.
Dopo anni passati a leggere quasi ogni giorno blog altrui, e a commentarli quando potevo, o a dispiacermi quando i commenti erano inibiti, provo anche io a crearmi uno spazio di espressione e di confronto sulla rete. Mi auguro che a qualcuno possa interessare quel che tenterò di dire.

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